Il tema della mixed voice è un argomento molto sentito nel canto moderno e, spesso, molti che si approcciano alle tecniche per diventare cantante non capiscono la differenza proprio a livello di percezioni interne. Ti voglio raccontare l’esito di alcuni studi interessanti, che da maestro di canto ho preso in considerazione. Questi studi ci danno informazioni molto interessanti su come attivare alcuni nostri sensori interni e per guidarci all’ascolto di noi stessi mentre cantiamo, ma converrai con me che anche i bambini sanno che nessun ‘artigiano-artista’ della storia ha mai basato la propria abilità manuale o vocale sulla conoscenza delle proprie mani o delle proprie corde vocali (di cui anzi avrà ignorato l’esistenza). Di conseguenza ti parlo di questi studi per farti capire che, per quando uno si possa illudere che la conoscenza di certe nozioni ti consegni nelle mani la chiave per saper mettere in atto tutto questo, la verità ancora una volta è questa: l’unico modo per imparare a cantare è praticare con qualcuno bravo che riesca a svolgere il ruolo di specchio e di guida e capisca come farti fare quello che questi studi raccontano, oppure qualcosa di diverso, ma comunque corretto e sicuro per il tuo apparato fonatorio. Eppure vedo frequentemente colleghi che, forti di questi studi o peggio di studi vecchissimi, si ergono a ideatori di “metodi passe-partout” , metodi di canto con pretese scientifiche.