Trasfigurazione sonora dal parlato al cantato

Dicotomia o antinomia

Il problema per molti cantanti moderni è trasferire la  parte migliore della voce parlata nella voce cantata, senza distorsioni, in particolare, mantenendo la stessa limpidezza e fluidità degli intonemi su cui si muove la voce parlata e, contemporaneamente, grazie alla respirazione costo-diaframmatica (quello che molti indicano semplicemente con l’espressione “cantare di diaframma” -LINKinterno), realizzare opportune modifiche del vocal tract, tendenzialmente mirate a creare maggiore spazio interno.  

A proposito del passaggio dalla voce parlata alla voce cantata, voglio farti notare come molti maestro di canto sostengono che sia indispensabile, per cantare bene,  pronunciare in modo  scandito e declamatorio, a mio avviso non necessariamente  questo  ti aiuta a cantare in generale, né tanto meno a cantare bene le note alte. Infatti, nella mia esperienza ho potuto riscontrare che, se questo scandire accentuato è il frutto di un’attivazione diretta della muscolatura, allora si può creare rigidità e una deformazione del suono. Imparare a cantare non significa meramente scandire i suoni,  ma insegnare a farti fare i movimenti fonoarticolatori che appartengono a quella lingua. Quando canti in lingua madre si parla di dizione corretta, cantando in un’altra lingua, ad esempio inglese, occorre che un bravo vocal coach ti insegni  i movimenti fonoarticolatori giusti, quelli in grado cioè  di riprodurre esattamente la fonetica di quella lingua, perché ogni lingua ha fonemi tipici. Infatti se tu scandisci bene, ma pronunci male, fai peggio e ostacoli il passaggio dalla voce parlata alla voce cantata. Per comprendere meglio cosa intendo dire… dai un’occhiata al menù sui registri di canto LINK INTERNO.

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© 2024 Armando Polito Vocal Coach