Qual è il rischio che corri se cadi vittima di questo effetto? Il problema è che, se sopravvaluti le tue competenze sulla capacità di cantare fai un salto cognitivo e inizierai a pensare di non aver bisogno di studiare seriamente e costantemente con un valido maestro di canto.
Ti invito a leggere ulteriormente su questo fenomeno, che è stato studiato da David Dunning, docente di psicologia alla Cornell University e dal suo allievo Justin Kruger. Insieme sottoposero un campione di studenti (quindi persone con un certo livello culturale) a dei test su tre diversi campi: umorismo, ragionamento logico e grammatica. Prima di eseguire il test, gli studenti dovevano esprimere il loro grado di competenza in ognuno dei tre campi. I risultati furono pubblicati solo nel 1999 nello studio intitolato “Incompetenti ed Inconsapevoli di Esserlo: Come la Difficoltà nel Riconoscere la Propria Incompetenza Porta ad Autovalutazioni non Veritiere” (Unskilled and Unaware of It: How Difficulties In Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments) link**
I due studiosi conclusero che: “Quando le persone sono incompetenti nelle strategie che adottano per ottenere successo e soddisfazione, sono schiacciate da un doppio peso: non solo giungono a conclusioni errate e fanno scelte sciagurate, ma la loro stessa incompetenza gli impedisce di rendersene conto.”… Quindi continueranno ad essere vittima dei loro errori e a restare incompetenti… dei “comuni mortali” potremmo dire, incapaci di mettere insieme i giusti ingredienti per creare la loro Ambrosia!
Dall’altro lato, raccontandoti queste cose, non voglio certo dire che sottostimarsi sia un bene, perché anche questo atteggiamento è controproducente, ai fini soprattutto della motivazione a migliorarsi, che, come ben sai, è il grimaldello in grado di aprire le porte al vero apprendimento e al miglioramento continuo.