Quando la lallazione inizia, solitamente i suoni che il bambino usa sono la vocale /a/, detta “centrale”, perché si pronuncia con la bocca in una posizione neutra e, pertanto, risulta la più facile da riprodurre e le consonanti /m/, /p/, /b/, /t/, /d/ che hanno in comune uno schema motorio semplice. Ecco perché in quasi tutti i paesi del mondo il suono associato alla figura materna è molto simile.
Quindi, la lallazione è un’attività fondamentale ai fini dell’interazione comunicativa tra il bambino e i suoi genitori, perché impara a comunicare vari stati d’animo: gioia, dolore, rabbia con delle variazioni del ritmo e del tono di voce. Inoltre, questo gioco vocale, è un momento per rafforzare il legame con i genitori. Infatti, questi ultimi imitano i suoni emessi dal loro bambino, educando più o meno in modo consapevole i figli all’empatia, con un esempio concreto, perché accolgono dentro di loro i suoni emessi dai bambini e forniscono loro una restituzione arricchita di significato e di elementi sonori, stimolando così i loro bambini a produrre suoni nuovi.
Nei miei percorsi per imparare ad insegnare come diventare contante ho trovato indispensabile, per la vera interiorizzazione delle tecniche per cantare questa metodologia, che si definisce a specchio perché, si basa proprio sull’attivazione dei neuroni a specchio. Questi ultimi sono stati scoperti da Rizzolatti agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso e sono fondamentali per l’apprendimento, ma sappi che consentono non solo la semplice riproduzione meccanica, ma vanno proprio a stimolare la comprensione delle azioni, permettendo peraltro di anticiparne l’esito, e, soprattutto, favoriscono la comprensione e la gestione delle emozioni, meccanismo che ci permette di entrare in empatia con gli altri individui, sviluppando la cosiddetta intelligenza emotiva, che, come ti ho detto ***, è indispensabile per imparare a cantare veramente e per riuscire a fare musica in generale.