Il termine falsetto, ancora una volta, è un retaggio del mondo classico. Nel periodo in cui nacque l’opera, tra il XVI e il XVII secolo, non esistevano gli amplificatori, c’erano gli strumenti acustici come violini, pianoforti e clavicembali… I cantanti lirici cantavano senza microfono e la loro voce doveva arrivare allo spettatore oltre l’orchestra, cioè doveva superare quel “muro” di armonici. Occorrevano tecniche per cantare che consentissero la massima amplificazione naturale del proprio strumento vocale, con il minimo sforzo. Le persone che andavano ad ascoltare questi spettacoli non riuscivano a immaginare potesse esistere un modo diverso di cantare.
In molte scuole di canto moderno lo stile di canto lirico è stato preso in prestito, rendendolo più “moderno”, questi metodi di canto indicano questo canto lirico “rivisitato” come “qualità”, avrai forse già sentito parlare di “cantare nel registro qualità opera”. Quando senti questa definizione sta a indicare un atteggiamento del vocal tract che va ad amplificare al massimo la vibrazione corde, pur mantenendo una sonorità in maschera e, quindi, moderna.